sabato 12 febbraio 2011

Tying Tiffany live @ Circolo degli Artisti : nessuna suicide girl è stata maltrattata durante la stesura di questa recensione.

















E' il progetto GlamnightLive, nato nel 2010 dalle brillanti menti di Flavia Lazzarini, Marco Longo e Francesco Mirabelli (Paconazim), a riportarci un pò indietro in quel lasso temporale breve ed intenso in cui tutto era rigorosamente New Wave e la musica Ebm sfondava le casse. Poi, la svolta electroclash e le frangette diventeranno nere e corte.

L'atmosfera che ci accoglie è quella di un Circolo degli Artisti decisamente evoluto. Verso le 22.30 la sala principale comincia a riscaldarsi con il gruppo spalla Spiral 69 (capeggiato da Riccardo Sabetti). Sono lì a presentare il loro nuovo album No Paint on the Wall. Dobbiamo essere sinceri, non li conoscevamo, ma ci hanno piacevolmente colpito. Sì, il sound era di buon livello e con quella nota dark che non ci dispiace per nulla.

Circa 10 minuti di stacco e poi ecco che arriva lei.

Saltiamo le consuete introduzioni pseudo biografiche ed i soliti riferimenti ridicoli a questa/quell’altra band (possibilmente di almeno 30 anni fa, che suona più credibile) ed andiamo subito al punto: “Peoples Temple”, nuovo disco di Tying Tiffany è, a primo ascolto, davvero tanto ma tanto carino. Carino. Il compito è ben fatto, non fa praticamente una piega, è chiara la ricerca della svolta a tratti verso il darkE come del resto la copertina, sempre un belvedere, ci suggerisce. Dal sito della stessa leggiamo : “TT è cresciuta moltissimo e riesce a realizzare un album in cui ridefinisce i pattern propri del dark e della new wave degli 80ies alla luce del suo originale modo di intendere il pop: confortevole e innovativo al tempo stesso.” Si. C’è scritto davvero così.

Il live è decisamente piacevole e TT fa quello che deve fare, tutti scattano foto e pensano che è una roba troppo ma troppo avanti, del tipo che “domani mi scarico troppo tutte le canzoni poi vado da American Apparel e mi compro quei leggins pure io”. Un’ora buona, pezzi nuovi più i vari immancabili I wanna be your mp3 e I’m not a peach. No, Pazza non l’ha fatta. Buona la cover di School dei Nirvana, davvero. Tutto quanto suona e sembra talmente fedele al suo intento, che io sto già pensando che domani devo assolutamente andare alla posta a pagare il gas prima di fare la spesa (scorro lista mentalmente). No dai, riformulo la frase: tutto quanto suona e sembra talmente fedele al suo intento, che viene spontaneo pensare che il trucco - o deus ex machina, se preferite - c’è, si vede di brutto e probabilmente è il trucco più vecchio del mondo ma va bene. O meglio, non va bene ma è lo stesso.


Napalm Karenina



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