martedì 17 agosto 2010

Via della Comunicazione, Roma



Ho sempre considerato quello di Ostiense uno dei quartieri più belli e più interessanti di Roma, purtroppo però per molti anni lasciato un po’ a se stesso e trascurato dalle varie amministrazioni che si sono susseguite. Eppure proprio in questo quartiere, insieme al Pigneto o al rione Monti nelle stradine intorno a Via Cavour, si sono concentrate le migliori iniziative culturali e sociali degli ultimi tempi. Così tutta l’Ostiense sta vedendo riqualificare quelli che sono alcuni dei luoghi simbolo della Capitale e della sua architettura industriale (vedi i Mercati Generali e la zona tutta intorno al gazometro e al porto fluviale).

Capita così, non per caso, ma grazie alla collaborazione tra NUfactory, Filmmaster Group e McCann Erickson (tra le più grandi società di comunicazione al mondo) che venga inaugurata proprio nel cuore del quartiere Via della Comunicazione (per i più Via dei Magazzini Generali), un progetto unico ed innovativo, i cui obiettivi sono quelli di rivalutare il contesto urbano, portare Roma all’avanguardia rispetto alle altre grandi capitali europee in cui iniziative del genere avvengono ogni giorno, e infine sdoganare la street art da puro e semplice atto vandalico (cosa di cui spesso viene accusata, a volte diciamo la verità anche a ragione) a vera e propria forma di comunicazione, di denuncia e allo stesso tempo di decoro.

Tutto questo è racchiuso nella mostra Outdoor, conclusasi da poco, che ha coinvolto tutta la Garbatella, una mostra “all’aria aperta” appunto, le cui opere sono state “esposte” sulle mura di alcune abitazioni in degrado. Le uniche rappresentazioni permanenti si possono ammirare proprio lungo Via dei Magazzini Generali (ritenuta appunto il centro delle arti figurative e comunicative della Capitale).

Si tratta di due murales, da una parte e dall’altra della strada, creati uno da JB Rock (artista romano di fama internazionale nel writing e nella grafica), l’altro da Sten&Lex (pionieri dello “stencil graffiti”, che recuperano l’arte classica in chiave moderna).

L’opera di JB Rock consiste in un bellissimo alfabeto (Wall of Fame) fatto per immagini, in cui si alternano famiglia, amicizia, amore e rispetto, in cui ogni lettera è raffigurata da un personaggio noto o facente parte della sfera affettiva dell’artista, che rappresenta o ha rappresentato una voce importante e di grande comunicatività per il mondo e per JB Rock stesso; si passa così tra i volti di Dante, Elvis, Yuri Gagarin, Sergio Leone, Obama, Uma Thurman, Papa Giovanni Paolo II e molti altri fino ad arrivare ad un autoritratto dell’autore nelle vesti di Zorro.



Sulla parete di fronte, invece, troviamo le figure di Sten&Lex, che rappresentano la massa occasionale ed inerme a cui si rivolgono le parole e i messaggi dei personaggi sul marciapiede opposto. Tra questi volti sconosciuti, poi, un logo a forma di pantera dalla quale emerge il volto di una donna, logo che simboleggia il controllo della mente sulla potenza della forza creativa.

Quello che è stato fatto e che si sta facendo in Via dei Magazzini Generali, come nel resto del quartiere, è un’opera di grande impatto, di grande valenza simbolica; un’opera che speriamo dia una grande spinta e contribuisca a risvegliare Roma da quel torpore sociale e culturale in cui la Capitale è piombata da qualche anno, e cominci una sorta di rinascita di cui questa città ha profondamente bisogno.

The Brown

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