domenica 5 settembre 2010

ARCHITETTURA CONTEMPORANEA a ROMA. MAXXI E MACRO Uno Scontro a Suon di Quattrini


Audace e innovativo il Maxxi, firmato dall’Archistar irachena, naturalizzata inglese, Zaha Hadid, è stato inaugurato circa il mese scorso. Roma ora ospita un pezzo di futuro tangibile. Dopo una lunga corsa ad ostacoli tra insidie burocratiche e rallentamenti, finalmente dopo 10 anni di attesa il nuovo museo delle arti del 21esimo secolo ha aperto i suoi battenti con un’inaugurazione in pompa magna durata 3 giorni a fine Maggio. Maxxi di nome e di fatto è una cattedrale di 43mila metri quadrati che segna primati molto importanti per l’architettura, l’arte e per Roma, che si candida così a diventare capitale del futuro. L’ “amatissima” e premiatissima architetta trasforma l’area delle vecchie caserme del quartiere Flaminio in una base spaziale spettacolare che dialoga con l’anima antica della città eterna; un’hydra feroce e sinuosa che si aggroviglia nel suo susseguirsi di gallerie, scale e passerelle. Una geometria aliena in una capitale sinora non abituata alla contemporaneità.

Lo spazio a volte troppo angusto anche per l’esposizione delle opere e le promenade a volte troppo traballanti e ancora sporche di pittura sono i veri protagonisti…E LE OPERE?E L’ARTE?Beh… le ovaie di Anish Kapoor, gli scheletri- pulcinella De Dominicis, un allestimento pazzesco sulle opere di Terragni studiato dallo stesso e un archivio d’architettura corposo e invidiabile; quindi un bel contenitore che l’arte la trasuda, l’attira, la partorisce.

Contemporaneo e più in sordina il Macro è stato aperto per ammirarne solo l’ampliamento nei medesimi giorni ( l’inaugurazione non si sa a quando!). Qui la dark e “depressa” Odil Decq nasconde la forza espressiva dell’ intervento all’interno, l’unico “accenno” si esprime all’esterno tramite un’ampia vetrata sfaccettata che gravita sull’ingresso quasi come un minaccioso invito. L’idea di percorso, a differenza del Maxxi, qui non prende le forme di un unico volume di collegamento ma si declina in una struttura capillare, leggera, sensoriale che si riversa tutta sulla sala conferenze che, rivestita di legno laccato rosso, funge da baricentro attrattore di tutto. Il cuore pulsante del progetto quindi!

Ma non è tutto oro quello che luccica ! Due progetti di respiro internazionale, due donne con le palle e tanti, troppi soldi. Il Macro, costato 20milioni di euro, è stato costruito con basalto che arriva dalla Cambogia, le grandi travi in ferro nero che provengono dalla Cina, ma i vetri, ci tiene a precisare la O. Decq, sono “Made in Italy ”. Almeno quelli fateceli fare a casa nostra !

Per il Maxxi già abbiamo accennato alle vicissitudini burocratiche e dei cambiamenti di giunte regionali e di imprese (fallite!) che ne hanno fatto impennare i prezzi, e anche la nostra “Ursula” Hadid non si è di certo accontentata! Di vezzi ce ne sono stati tanti, come i pannelli, il cartongesso e i brise-soleil iperdisegnati e esosissimi e la struttura concepita come autoportante poi necessariamente integrata da fasci di esili pilastri in acciaio cromato inclinati che però vi diremo…non ci dispiacciono!

L’inaugurazione ha avuto luogo nel weekend tra il 26 ed il 30 Maggio scorso. Quattro giorni per ammirare il museo nella sua interezza e vera essenza ,ma senza esposizioni ! Insomma la stessa soluzione voluta per il Maxxi nei mesi precedenti. Questo é un nuovo ,interessante aspetto dell’architettura contemporanea che oltre a mettere in vetrina le sue collezioni ci tiene a dire la sua, prima di tutto!

LessThenTwentyFingers

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